L'Intelligenza artificiale è una minaccia per l'Interior Design?



L’intelligenza artificiale è ormai entrata stabilmente in moltissimi ambiti, incluso quello dell’interior design e dell’architettura. In questo contesto, però, rimane aperta una questione cruciale: rappresenta una minaccia o un’opportunità?

Secondo Claudio Pasqua, docente presso l'Accademia Telematica Europea e membro di APeD - Associazione Progettisti e Designer, l’intelligenza artificiale ha introdotto una vera rivoluzione nel settore. “L’IA sta coinvolgendo tutte le branche del design, anche nella nostra Accademia – spiega –. La impieghiamo per rendere più chiari i progetti visivamente, per alleggerire i compiti tecnici e, soprattutto, per formare designer capaci di usarla con consapevolezza. Non si tratta di lasciarsi sopraffare dalla tecnologia, ma di conoscerla, governarla e utilizzarla come strumento a nostro favore”.

Il valore insostituibile del fattore umano

Per Pasqua, l’intelligenza artificiale offre un potenziale enorme, capace di spingerci oltre le soluzioni tradizionali, rompendo gli schemi e stimolando l’originalità. Ma ciò che conta davvero, secondo lui, è che l’IA liberi tempo ed energie mentali, consentendo ai progettisti di concentrarsi sugli aspetti fondamentali del progetto: la visione, la narrazione e la connessione emotiva.

Nonostante i benefici, il docente sottolinea che il cuore del processo creativo resta umano. “L’arte, il design e l’architettura sono espressioni personali e interpretative. L’intelligenza artificiale può raccogliere ed elaborare informazioni, ma non può comprendere i sentimenti. Un ambiente ben progettato va oltre l’efficienza e la bellezza: racconta chi lo vive. Per questo l’intuizione e la sensibilità del designer non sono replicabili da alcun algoritmo. L’IA può suggerire scenari futuri, ma sta a noi infondervi significato e umanità”.

L’uso dell’IA nella formazione

Alla Accademia Telematica Europea sono già attivi tre corsi dedicati all’intelligenza artificiale Generativa per Architetti e Interior Designer. L’obiettivo? Non formare semplici esecutori che si limitano ad accettare passivamente i risultati generati dall’IA, ma professionisti capaci di dialogare con la tecnologia, di guidarla e di trarne ispirazione in modo critico. “Vogliamo creare progettisti capaci di pensare e agire con intelligenza, anche nel modo in cui sfruttano l’intelligenza artificiale”, afferma Claudio Pasqua.

Uno strumento in evoluzione

Il docente conclude sottolineando che l’IA è già parte integrante del presente del design, e continuerà ad evolversi, offrendo strumenti sempre più raffinati per immaginare e modellare gli spazi. Tuttavia, il suo vero valore dipenderà dalla capacità dei designer di integrarla mantenendo intatti i principi creativi e il pensiero progettuale.


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